La Storia di Sergio

L’anno scorso è stato per me il primo “Cammino dei padri” a cui ho partecipato. Alla fine della S. Messa celebrata alla Verna, la sera di sabato, sono stato invitato a portare l’icona di S. Giuseppe e il Bambin Gesù in processione insieme all’Eucarestia, dalla Verna alla Beccia.

Sorpreso da questo incarico inaspettato, mentre percorrevamo la strada in preghiera, mi chiedevo perché proprio a me fosse stato chiesto. E mi è parso credere che il senso di questo incarico, visto che il Signore mi ha dato il dono di scrivere (dipingere) Icone, fosse quello di offrire una mia icona a questo bel gruppo per ringraziarlo dell’esperienza che mi ha permesso di fare e per sentirmi altresì più partecipe e inserito nel gruppo stesso.

Una volta a casa ho ripensato all’idea e l’ho proposta ai responsabili del cammino per vedere se potesse essere condivisa.
Insieme, dopo avere valutato diversi temi sacri da presentare (La fuga in Egitto, San Francesco, ecc.) ci siamo orientati sulla realizzazione di una icona della Madre di Dio senza Gesù Bambino, da affiancare all’icona di San Giuseppe e Gesù Bambino, già esistente, in modo da completare la Sacra Famiglia.

La scelta è caduta alla fine sulla Madre di Dio della Deesis (parola greca che significa: preghiera, intercessione). Nella Deesis, normalmente, sono presenti tre immagini: Cristo, la Vergine a destra e un Santo alla sinistra. Questo tipo di configurazione viene spesso rappresentato nelle chiese ortodosse nell’Iconostasi, barriera simbolica che separa la zona del presbiterio e la navata, dove risiede il popolo di Dio. L’iconostasi separa, dunque, idealmente, il mondo temporale dal mondo celeste. Le icone hanno, infatti, il compito di mettere in comunione i fedeli con i Santi i quali, alla presenza del Signore, celebrano la liturgia celeste ed intercedono per i vivi.

Analizzando meglio l’icona della Vergine rappresentata possiamo trovare un collegamento al nostro cammino di padri che cerco di spiegare.

Maria è colei che ha percorso l’itinerario della fede camminando nella fiducia “senza sapere dove andava”, (Eb 11,8) unicamente seguendo il Figlio. La sua mano estesa, rivolta verso il Cristo, indica al tempo stesso la Via da percorrere e la meta da raggiungere poiché la Via è Lui stesso. Pertanto questa icona è chiamata anche “Colei che indica la Via” e riassume simbolicamente l’atteggiamento del cristiano che vive nella fede e cammina con coraggio “senza sapere dove va”.

Oltre a questo significato ha anche la valenza di supplica, di intercessione. La Vergine è rivolta verso il Cristo in segno di perenne preghiera. Prega per tutti i suoi figli affinché possano in questa vita essere protetti, essere aiutati nel loro cammino in Cristo.
Quindi, tornando al cammino che stiamo facendo, tutti insieme, in comunione fraterna, è bello pensare che questo sia guidato dalla Madre di Dio e che Lei interceda per noi accogliendo le nostre storie, i problemi che abbiamo raccontato, solamente pensato o portato nei nostri cuori per presentarli a Lui.

Quando saremo alla Verna, idealmente, questa icona troverà la sua piena realizzazione nell’incontro con l’icona di S. Giuseppe e Gesù Bambino: il Cammino dei Padri sarà terminato, la Deesis realizzata. L’incontro con Cristo sarà certo, l’unione con i fratelli di tutti i capitoli diventerà concreta.

Adesso l’icona di San Giuseppe e di Gesù bambino diventerà segno del Cammino che noi padri dovremo percorrere tornati alle nostre famiglie, non più soli, non più singoli individui con storie e percorsi diversi ma facenti parte di una comunità di persone che sono riunite insieme e rappresentate nella figura di S. Giuseppe, figli di un unico Padre (Dio), tutti fratelli in Cristo, tutti battezzati in un unico Spirito che ci guida nella vita alla sequela di Cristo che anche noi portiamo sulle spalle certi della sua promessa:

“…prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso è leggero”. (Mt.11, 29-30).

Sergio

Preghiera

Signore, stretti attorno a te, a S. Giuseppe e alla Madre tua noi oggi ti ringraziamo per averti conosciuto ed amato, per esserci tra noi incontrati e fusi in unità, per questo momento di fraternità vissuta accanto a te. Ma è oramai ora di andare. Il tuo amore ci ha riuniti; il tuo amore ci disperde. E andremo, Signore, nelle nostre case e negli ambienti del nostro lavoro, portatori di Te, testimoni della tua Parola, riflesso della tua presenza. Parleremo del tuo amore, del nostro Padre dei cieli, del bisogno di amarci quali fratelli e di camminare verso la perfezione del Padre. Stai accanto a noi Signore; dona forza convincente alla nostra parola sicché, il prossimo anno, quando torneremo, possiamo ritrovarci moltiplicati, per la presenza di altri tuoi figli, desiderosi di amarti e farti amare. (dalla preghiera “l’amore ci disperde”.)